Quando vi sentite confusi, non cercate di combattere la confusione per uscirne con qualche certezza. Alimentate la confusione, vivetela, passateci attraverso e prendete tutto ciò che essa può darvi.
Dal caos all’apprendimento
Quando vi sentite confusi, non cercate di combattere la confusione per uscirne con qualche certezza. Alimentate la confusione, vivetela, passateci attraverso e prendete tutto ciò che essa può darvi.
Ho dato questa risposta ad una persona che ha scritto qualcosa sullo stato di confusione, in un gruppo Whatsapp.
Pensate, ad esempio, a quando state imparando qualcosa di nuovo, come una lingua straniera. All’inizio, tutto può sembrare caotico e incomprensibile. Le parole si mescolano, le regole grammaticali sembrano confuse e vi sentite sopraffatti. Tuttavia, se accettate questa confusione e continuate a immergervi nello studio, gradualmente inizierete a vedere dei pattern e a comprendere meglio la lingua. La confusione iniziale diventa un terreno fertile per l’apprendimento e la crescita.
Allo stesso modo accade nella pratica della meditazione. Durante la meditazione, è comune che la mente vaghi e si riempia di pensieri confusi. Invece di cercare di respingere questi pensieri, i praticanti sono incoraggiati a osservarli senza giudizio e a lasciarli andare. Questo processo di accettazione della confusione mentale permette di sviluppare una maggiore consapevolezza e calma interiore.
Nel Buddhismo
Nel buddismo, la confusione è vista come una parte naturale del percorso verso l’illuminazione. Siddhartha Gautama, il Buddha, ha vissuto momenti di grande confusione e dubbio durante la sua ricerca della verità. Prima di raggiungere l’illuminazione sotto l’albero della Bodhi, Siddhartha ha affrontato numerose prove e tentazioni che hanno messo alla prova la sua determinazione e chiarezza mentale.
La confusione spesso nasce dall’impermanenza e dall’incertezza della vita. Accettare la confusione significa accettare che non tutto è sotto il nostro controllo e che le cose cambiano continuamente. Questo è in linea con il principio del non-attaccamento, che ci invita a non aggrapparci a una falsa sensazione di stabilità o certezza.
Quando siamo confusi, tendiamo a cercare risposte immediate per sentirci sicuri. Tuttavia, il non-attaccamento ci insegna a lasciare andare queste aspettative e a vivere nel presente, accettando la situazione così com’è. Questo ci permette di affrontare la confusione con una mente aperta e senza ansia.
Immagina di trovarti in una situazione lavorativa complessa, dove non sai quale decisione prendere. Invece di cercare subito una soluzione per eliminare la confusione, prova a vivere pienamente quel momento di incertezza. Osserva i tuoi pensieri e sentimenti senza giudicarli e senza attaccarti all’idea di dover avere subito una risposta. Questo ti permetterà di esplorare diverse opzioni con una mente più aperta e serena, e di trovare una soluzione più consapevole e ponderata.
Il non-attaccamento
Il concetto di non-attaccamento è uno dei pilastri fondamentali del buddismo. Questo principio insegna che la sofferenza umana deriva dall’attaccamento a cose, persone e idee. Secondo il buddismo, tutto è impermanente e in costante cambiamento. Questo concetto, noto come anicca, afferma che nulla rimane uguale per sempre.
La vita è paragonata a un fiume in continuo movimento: non possiamo possedere un pezzo di fiume, così come non possiamo possedere nulla in modo permanente. L’attaccamento è dunque una delle principali cause della sofferenza, o dukkha. Quando ci attacchiamo a qualcosa, desideriamo che rimanga invariato. Tuttavia, poiché tutto è soggetto a cambiamento, questo desiderio porta inevitabilmente alla delusione e alla sofferenza. Il buddismo insegna che per alleviare la sofferenza, dobbiamo praticare il non-attaccamento, accettando la natura transitoria delle cose.
Accettare l’incertezza
Abbracciando la confusione e accettando l’incertezza, possiamo liberarci dall’ansia e dalla paura del futuro. Questo ci permette di vivere nel presente e di apprezzare ogni momento per quello che è.
Inoltre, la confusione può essere vista come un’opportunità di crescita. Ogni difficoltà può essere considerata un insegnamento prezioso. La confusione ci costringe a mettere in discussione le nostre convinzioni e a esplorare nuove prospettive. Questo processo di auto-riflessione può portare a una maggiore saggezza e comprensione.
In conclusione, la confusione non è qualcosa da temere o evitare. È una parte naturale del nostro percorso di crescita personale e spirituale. Abbracciandola e vivendo attraverso di essa, possiamo scoprire nuove verità e sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda.
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